Newsletter Marzo-Aprile 2024

Ciao a tutti e ben ritrovati!
Continuiamo dalla precedente newsletter le nostre

PAGINE DI UNA STORIA – 2

Questa volta vorremmo raccontarvi l’esperienza della pavimentazione della strada attorno al Centro Mariapoli, realizzata durante il cantiere della prima parte della costruzione. Lasciamo iniziare il racconto a Paola Baratto, l’allora responsabile del Centro, che ha seguito le varie fasi dei lavori sia per l’edificazione della zona giorno, sia della zona notte:

“Si doveva trovare una soluzione per la pavimentazione della strada e io avevo contattato alcune persone per cercare qualche esperto che ci desse dei consigli.

Un giorno, era forse dicembre 1985 e l’inaugurazione era prevista per maggio 1986, è arrivato un signore, presentatoci da alcuni amici. Mi ricordo che ero sola, nevicava e la strada non era ancora realizzata, c’era solo il cantiere, perciò si poteva arrivare quassù solo con un mezzo fuori strada.

Lui è arrivato con una gip bellissima, si capiva che era molto benestante, e appena sceso dalla macchina, la domanda che ha fatto, prima ancora di salutare, è stata: “Chi vi ha dato i soldi per realizzare questo?”

Un po’ titubante, visitando il cantiere, gli ho raccontato le esperienze di provvidenza che stavamo facendo. E lui: “perché mi avete chiamato, cosa volete da me?”


Allora gli ho spiegato che volevamo qualche consiglio per la pavimentazione della strada. Mi ha parlato del porfido, una pietra molto dura, resistente al ghiaccio e alla neve e di cui ci sono varie cave nel trentino. È una pietra molto costosa, sia per la lavorazione che richiede, sia perché deve essere posata tutta a mano. Quando lui ha ipotizzato un costo indicativo per realizzare il lavoro della strada l’ho ringraziato molto e ho detto: “i nostri posteri la realizzeranno perché ora non è proprio possibile”. Allora lui ha detto che era disposto a fare dei prezzi più bassi, ma anche così era davvero impossibile sostenere la spesa. “Potrei dare sicuramente qualcosa gratuitamente -mi ha detto- ma qui ci vogliono milioni (allora erano lire) di porfido”.

Venivano tante persone ad aiutare nella costruzione e qualche tempo dopo si è presentato un giovane…”

Valentino: “Ricordo quel periodo come una svolta di vita. Da pochi mesi ero venuto a conoscenza del Movimento dei Focolari e ne ero affascinato; lo stupore cresceva di giorno in giorno. Anche mia moglie Adriana condivideva con me questa scoperta.

Un bel giorno una signora del Movimento mi disse che si stava costruendo un Centro a Cadine. Incuriosito andai a vedere di cosa si trattava. Rimasi subito colpito dalle numerose persone che si davano un gran da fare. Era palpabile la gioia di chi donava, mettendo in comune quello che poteva. Per cui anch’io, trascinato da questo spirito, decisi di dare il mio contributo. Mi offrii di abbellire alcuni piccoli spazi del Centro con una pavimentazione in porfido.

All’epoca avevo una piccola ditta, con pochi operai specializzati nella posa del porfido di strade e piazze. Realizzavamo lavori in diverse città, anche all’estero, nonostante la mia giovane età.

Tuttavia il progettista aveva richiesto di realizzare l’intera pavimentazione della strada del Centro Mariapoli. Ho spiegato che si trattava di un lavoro diverso da una semplice sistemazione di piccoli spazi, e che dovevo pensarci e parlare con Adriana perché avrei dovuto investire notevoli risorse. Ho valutato che sarei stato impegnato sicuramente un mese.
Adriana aveva fiducia in me e mi ha incoraggiato a procedere, se pensavo di farcela. Ho quindi deciso di donare per il Centro Mariapoli questo mese di lavoro!

Il principale problema ora era trovare la grande quantità di porfido necessaria, circa 2000 mq. Paola aveva già trovato un cavatore che poteva donare una certa quantità di cubetti, però non erano sufficienti per le nostre esigenze. E così ci siamo rivolti ad altri proprietari di cave. Abbiamo organizzato un incontro con loro una domenica mattina, nel loro paese. Durante la riunione Paola racconta di Chiara Lubich e delle varie esperienze di Vangelo che stavamo vivendo in quel periodo.

Ancora quel pomeriggio vengono a visitare i lavori in corso, accompagnati dalle loro famiglie e amici non presenti al mattino. Erano molto interessati, ponevano numerose domande e soprattutto erano meravigliati di tutte le persone che contribuivano gratuitamente alla realizzazione di questa casa. Alla fine della visita decidono pure loro di donare gratuitamente il porfido di cui avevamo bisogno.

Così si potevano iniziare i lavori! Ma presto arrivano le prime difficoltà. Quel mese di aprile si rivela infelice: le piogge non accennavano a fermarsi, per cui i lavori procedevano a rilento ed era chiaro che non si sarebbe finito in tempo per l’inaugurazione. L’impegno mio e dei miei operai era tanto, lavoravamo anche con la pioggia sotto ripari di fortuna, però quando la pioggia cadeva forte dovevamo fermarci. Io intanto rinunciavo a diverse offerte di lavoro per mancanza di tempo.

A volte provavo un senso di sconforto e la paura di non farcela era quasi quotidiana. Tuttavia Dio non si è lasciato vincere in generosità: un giorno, tornando a casa, ho trovato il pagamento di un lavoro eseguito l’anno precedente che non mi era stato liquidato per un puntiglio dell’impresario.

Inoltre, alcuni giorni dopo, ricevo da una ditta svizzera l’affidamento di un incarico per diversi cantieri: un lavoro che iniziava più avanti, per un periodo molto lungo. Potevo quindi continuare il mio servizio per il Centro Mariapoli.

E durante l’ultimo periodo, prima del 24 maggio 1986, giorno dell’inaugurazione, sono venuti ad aiutarci non solo altri posatori occasionali, ma anche varie persone, sacerdoti, professori, infermieri, pensionati, che si adoperavano a svolgere ogni tipo di lavoro manuale: spostare i cubetti, scavare con il badile, trasportare la sabbia, ecc.

Così, grazie all’aiuto di questi volenterosi, siamo riusciti a completare e garantire la transitabilità della strada proprio la notte prima dell’inaugurazione. Ripenso spesso a questi fatti che mi sono accaduti, non cercati né pianificati. Sono come un faro nella mia vita e non posso non credere all’Amore di Dio.”

Questa è una delle innumerevoli esperienze di Provvidenza di cui è costellata la storia di questo Centro Mariapoli: avremo l’occasione di riparlarne!

Un grande saluto a tutti!
lo Staff del Centro Mariapoli